Quando si parla di artrite, si è soliti pensare a una patologia che affligge le persone adulte o che hanno superato i 60-70 anni di età, ma non tutti sanno che questa malattia può colpire anche i più giovani e si chiama per l’appunto artrite idiopatica giovanile. In questo articolo vi spiegheremo quali sono i sintomi, le conseguenze e i rimedi dell’artrite idiopatica giovanile.
Artrite idiopatica giovanile: definizione e principali caratteristiche
L’artrite idiopatica giovanile (AIG) è nota anche con il nome di artrite reumatoide o artrite cronica giovanile e indica quella patologia che provoca un’infiammazione delle articolazioni in tenerissima età. Questa particolare malattia viene definita idiopatica per indicare che non è ancora stato possibile conoscerne le cause ma soltanto il meccanismo che provoca l’infiammazione alle articolazioni.
L’artrite giovanile si manifesta solitamente nei primi anni di vita, e il picco di maggiore incidenza è tra le femmine di 1-3 anni, ma i sintomi possono presentarsi anche oltre il sedicesimo anno di età. Nonostante non si sappiano ancora le cause che possono provocare l’insorgenza di tale patologia, molti pensano che sia connessa a una predisposizione genetica.
Esistono diverse tipologie di artrite idiopatica giovanile che si caratterizzano per l’infiammazione di una o di più articolazioni, vediamo quali sono:
– artrite idiopatica giovanile oligoarticolare;
– AIG a esordio poliarticolare;
– artrite idiopatica giovanile a esordio sistemico;
– artrite-entesite correlata.
L’artrite giovanile oligoarticolare è la forma più comune e diffusa di questa patologia e si caratterizza per l’infiammazione di meno di quattro articolazioni durante i primi sei mesi di malattia, ma può anche estendersi ad altre progressivamente.
Nella maggior parte dei casi, l’artrite giovanile oligoarticolare può causare l’infiammazione dell’iride, delle ginocchia, delle caviglie e dei polsi. Rispetto all’AIG oligoarticolare, la forma poliarticolare può provocare l’infiammazione di 5 o più articolazioni.
L’artrite giovanile a esordio sistemico colpisce il 20% dei pazienti e coinvolge più di 5 articolazioni, viene anche definita come malattia di Still. Prima della manifestazione dei sintomi specifici dell’artrite giovanile, la malattia di Still può provocare febbre alta, dolore muscolare, eruzioni cutanee, ingrossamento della milza e pericardite.
L’artrite-entesite correlata si caratterizza per l’infiammazione contemporanea delle articolazioni e ai tendini; generalmente colpisce i bambini che hanno già compiuto 8-10 anni ed è molto più rara rispetto alle altre forme di artrite giovanile.
Vi sono anche altre forme di artrite giovanile, alcune che non presentano caratteristiche comuni con le altre tipologie, mentre vi è una forma più insolita chiamata psoriasica, che si caratterizza per la presenza di artrite associata alla psoriasi. Tutte le forme di artrite giovanile sopraelencate possono diventare croniche se i sintomi persistono per oltre sei settimane.
I sintomi dell’artrite giovanile
Per avere una diagnosi di artrite giovanile è necessario che già nei primi anni di vita, si presentino alcuni sintomi: gonfiore o tumefazione delle articolazioni, inoltre si può notare una rigidità articolare e un dolere persistente agli arti superiori o inferiori.
Come per le cause, anche per quanto riguarda la diagnosi non è stato individuato un test diagnostico specifico, inoltre non tutti i bambini lamentano lo stesso dolore e per una durata non inferiore alle sei settimane. Non possono essere degli indicatori validi, i valori troppi alti di VES (velocità di eritrosedimentazione) e di PCR (proteina C reattiva), visto che nel 20% dei pazienti, i valori sono abbastanza normali.
Fare una diagnosi di artrite giovanile, basandosi esclusivamente sugli esami diagnostici, può essere complicato, per questo è sempre opportuno effettuare una diagnosi differenziale, per escludere altri tipi di malattie.
L’artrite idiopatica giovanile può durare da pochi mesi fino a diversi anni e poi va in remissione spontanea, solitamente quando i bambini raggiungono l’età adulta. Durante il decorso dell’artrite giovanile è possibile che si verifichino remissioni e ricadute, per questo è importante che il bambino venga monitorato periodicamente.
Come curare l’artrite giovanile
Come abbiamo sottolineato in precedenza, non esiste una cura definitiva per l’artrite idiopatica giovanile, visto che scompare naturalmente entro pochi mesi o diversi anni.
Se si soffre di AIG, si possono curare i sintomi e alleviare il dolore articolare utilizzando diversi rimedi, alcuni farmacologici e altri che mirano a ridurre la rigidità articolare.
Per alleviare il dolore e i sintomi dell’artrite idiopatica giovanile si è soliti somministrare ai bambini dei farmaci non steroidei (FANS) come l’ibuprofene, l’aspirina e il naprossene, che non provocano effetti collaterali e sono ben tollerati dai più piccoli. I medici sconsigliano l’utilizzo invece di farmaci a base di cortisone, che devono essere usati solo in casi abbastanza gravi e per un periodo contenuto.
Uno dei farmaci più utilizzati per la cura dell’artrite giovanile è il metotrexate, associato ad una terapia con farmaci non steroidei. Il metotrexate deve essere assunto settimanalmente e in molti casi si è evidenziato, che la terapia con tale farmaco può portare anche a una remissione della malattia.
Vi sono anche altri farmaci che possono essere usati per ridurre il dolore e l’infiammazione delle articolazioni in età giovanile, indicati con il nome di Disease Modifying Anti-Rheumatic Drugs. In aggiunta ai farmaci per alleviare i sintomi si è soliti sottoporre in bambini malati di artrite giovanile a delle sedute riabilitative, che hanno lo scopo di allentare la rigidità muscolare e di ripristinare il corretto uso delle articolazioni.
Durante la riabilitazione, il fisioterapista fa eseguire al bambino particolari esercizi per migliorare la mobilità articolare e può essere abbinata all’utilizzo di tutori per allineare le articolazioni ed evitare deformità o disallineamenti progressivi.
Per ottenere risultati dalla terapia riabilitativa è necessario effettuarla fin dalla comparsa dei primi sintomi e ogni volta che si presentano delle recidive.
Nei casi più gravi è anche possibile prevedere degli interventi di chirurgia ortopedica.