Invalidità e legge 104 sulla Fibromialgia

Negli ultimi anni, un numero sempre crescente di persone risulta affetto da una patologia che comporta notevoli difficoltà a svolgere diversi atti della quotidianità: la fibromialgia. Si tratta di una malattia che ha una serie di ripercussioni sulla sfera psicologica della persona e proprio per questi motivi può essere considerata come una vera e propria invalidità.

Cerchiamo di capire quindi qualcosa in più sulla fibromialgia, sulle sue principali caratteristiche, sul suo trattamento e sulla invalidità e conseguente riconoscimento della Legge 104.

Principali elementi distintivi della fibromialgia

Uno degli aspetti che caratterizza maggiormente la sindrome fibromialgica è il fatto che chi è affetto da questo tipo di patologia avverte dei dolori continui e di carattere cronico all’intero apparato muscolo-scheletrico, con la conseguenza che molte attività della vita quotidiana risultano difficili da svolgere. Tutto ciò comporta inoltre anche delle indubbie ripercussioni sulla sfera psicologica della persona affetta da fibromialgia. Gli specialisti sono arrivati alla conclusione che la fibromialgia può essere considerata come una patologia reumatica di tipo non articolare, anche se spessa questa viene confusa con l’artrite.

Quali sono i sintomi e come diagnosticare la fibromialgia

Precisiamo innanzitutto che la fibromialgia rappresenta una patologia molto difficile da diagnosticare in quanto presenta una serie di sintomi, alcuni principali e altri secondari, che molto spesso la confondono che altre malattie.

Si manifesta solitamente con una serie di dolori diffusi all’apparato locomotore e di carattere cronico con ripercussioni di carattere neurologico e psicologico. Solitamente, tra i sintomi maggiormente riscontrabili nella persona affetta da fibromialgia abbiamo:

  • dolori diffusi e acuti, caratterizzati da una cronicità per un periodo continuativo di almeno 3 mesi
  • dolori alle ossa con particolare riguardo alla zona delle vertebre cervicali, lombari e sacrali
  • dolore riscontrabile in almeno 11 dei cosiddetti tender points
  • presenza di nevralgia e cefalee
  • rigidità articolare, specie al risveglio
  • anomalie del sonno

A questi sintomi se ne affiancano molti altri che rendono difficile la diagnosi di questa patologia alquanto complessa e che spesso può portare ad una terapia che non comporta alcun miglioramento nel paziente, anche perché buona parte dei farmaci antinfiammatori non riescono a fornire i risultati sperati.

Cause della fibromalgia e trattamento terapeutico

Sono diversi i fattori che possono comportare l’insorgere della fibromalgia in una persona, a partire da fattori genetici ed ereditari che rappresentano la causa più comune della manifestazione della malattia; a ciò si possono poi aggiungere traumi di natura psicologica o derivanti da malattie nonchè la comorbilità, ossia la presenza di un’altra malattia, quali quelle reumatiche autoimmuni come l’artrite che molto spesso si affiancano alla fibromialgia.

Un ulteriore elemento distintivo di questa malattia è un’alterazione dell’attività neurologica, in particolare dei cosiddetti neurotrasmettitori del dolore che diventano molto sensibili e spesso maggiormente reattivi.

Il trattamento della sindrome fibromialgica non è semplice anche perché, nella maggior parte dei pazienti, i tradizionali farmaci antinfiammatori non danno luogo ad alcun miglioramento. La terapia comunemente utilizzati prevede l’utilizzo di:

  • FANS in un dosaggio limitato e solo all’occorrenza
  • farmaci antidepressivi che svolgono anche un effetto rilassante sull’apparato muscolo scheletrico favorendo il sonno
  • analgesici per contrastare il dolore cronico

Bisogna inoltre precisare che la fibromialgia, a differenza delle malattie reumatiche, non deve essere trattata con il cortisone in quanto non è presente alcun tipo di infiammazione.

Tuttavia alcuni rimedi naturali come integratori e pomate possono risultare efficaci nell’alleviare il dolore.

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Fibromialgia: invalidità e legge 104

L’insieme dei sintomi della fibromialgia ci permette di comprendere come questa malattia non permetta lo svolgimento di molte attività comuni e limiti in maniera notevole la capacità lavorativa della persona, in virtù dei dolori diffusi nel corpo, le ricorrenti cefalee e i diversi dolori che comportano una notevole difficoltà di concentrazione.

Molti quindi auspicano il riconoscimento della fibromialgia come patologia invalidante anche se allo stato attuale questo stato di fatto non è ancora presente. La situazione dovrebbe cambiare nel breve periodo in virtù di un disegno di legge presentato da diversi senatori che, oltre al riconoscimento dell’invalidità, dovrebbe comportare anche l’esenzione dalla spesa sanitaria.

Lo scopo di questo disegno di legge non è solo di carattere assistenziale ma anche di cura e riconoscimento della malattia; nelle intenzioni dei promotori infatti è prevista anche l’istituzione di uno specifico registro dei malati di fibromialgia che permetterebbe di effettuare una serie di statistiche sulla patologia, di istituire dei corsi di formazione ad hoc per il personale sanitario, di dare avvio ad ambulatori e centri specialistici per permettere al paziente di ritrovare l’autonomia perduta e di eseguire ulteriori ricerche sulla malattia.

Un primo passo molto importante è dato dal fatto che una volta entrata in vigore la legge, il Ministero della Salute dovrà emettere uno specifico decreto con il quale specificare i criteri oggettivi che permetteranno di diagnosticare in maniera più semplice la sindrome fibromialgica; in tal modo sarà anche più facile ottenere il riconoscimento dell’esenzione dalla spesa sanitaria.

Il disegno di legge prevede anche che entro 90 giorni dall’entrata in vigore della stessa dovranno essere individuati i centri che si dovranno occupare dello studio sulla fibromialgia e che avranno anche il compito di definire i protocolli terapeutici che dovranno essere adottati sui singoli pazienti.

Sono coinvolte anche le strutture pubbliche, da individuare entro 60 giorni dal momento in cui la legge entrerà in vigore, e che dovranno diagnosticare e curare i pazienti affetti da questa malattia. Un aspetto molto importante riguarda la possibilità per i pazienti di poter accedere al telelavoro o in smart working in modo da alleviare gli stati dolorosi.

Da quanto esposto si evince come si tratti di una materia alquanto complessa, per la quale allo stato attuale non sussiste ancora una specifica normativa. Il riconoscimento come malattia invalidante permetterà di effettuare un notevole passo in avanti verso la tutela delle persone che sono affette da questa patologia.

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