Fibromialgia: cos’è e come riconoscerla
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Il paziente che afferma di percepire dolore nei tessuti che sostengono ossa e articolazioni probabilmente soffre di fibromialgia, una malattia cronica che si presenta con una molteplicità di sintomi e spesso trae in inganno pazienti e medici e rischia di essere confusa con altre patologie connesse alla riduzione della soglia del dolore.
Un quadro clinico con sindrome dolorosa estesa associata a un abbassamento della soglia del dolore, ad ansia e stanchezza eccessiva permette di valutare una diagnosi di fibromialgia su un individuo. Oltre ai dolori, i sintomi tipici della fibromialgia riguardano rigidità a collo, spalle, fianchi e colonna vertebrale.
La sindrome fibromialgica colpisce prevalentemente le donne con incidenza maggiore dai quaranta fino ai sessanta anni di età. Gli individui con maggiore possibilità di sviluppare questa patologia cronica sono le donne che svolgono un’attività lavorativa usurante, ripetitiva e poco gratificante.
Generalmente l’esordio di questa malattia segue un evento traumatico sia di tipo fisico che psicologico. L’origine multifattoriale è stata per molti anni l’ipotesi più accreditata dai ricercatori riguardo l’insorgenza della sindrome fibromialgica. Le alterazioni riguardanti le sostanze (neurotrasmettitori) che agevolano la comunicazione tra le cellule e il sistema nervoso, l’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi e le alterazioni tra sostanze ossidanti e antiossidanti erano considerate come le probabili cause.
Grazie ai recenti studi scientifici la predisposizione genetica è stata attualmente confermata come principale causa di fibromialgia. Parlando in termini di esami, la presenza di anomalie dei recettori della serotonina e della dopamina sono oggi oggetto di studio per effettuare una corretta diagnosi di fibromialgia.
Essendo questi recettori molto correlati nella percezione del dolore, quando è evidente un’anomalia cerebrale, il paziente avverte uno stimolo doloroso molto più intenso rispetto alla realtà.
Quando il quadro clinico di un paziente comprende depressione e ansia, la probabile insorgenza della malattia aumenta. Altre patologie che presentano una riduzione della soglia del dolore sono le sindromi miofasciali, la cefalea muscolo tensiva e la sindrome da stanchezza cronica.
Un trattamento adeguato consente di limitare la sintomatologia dolorosa migliorando in modo significativo la qualità della vita del paziente. Riuscire a ottenere una diagnosi nel più breve tempo possibile permette al paziente d’iniziare un percorso psicologico utile per ridurre lo stress.
Cause della fibromialgia
Ancora oggi la scienza non è riuscita a scoprire i fattori che concorrono allo sviluppo della sindrome fibromialgica. Le ricerche in ambito medico scientifico hanno verificato un’implicazione riguardo specifiche alterazioni della neurotrasmissione.
I pazienti affetti da fibromialgia riscontrano spesso un interessamento dei sistemi endocrino e immunitario. Recenti studi hanno riscontrato un’infiammazione cerebrale come possibile causa di fibromialgia, ma la genetica resta la più accreditata.
Come si diagnostica la fibromialgia
Generalmente prima che un individuo riceva una diagnosi certa di fibromialgia occorrono in media cinque anni. Riconoscere con sicurezza questa malattia cronica e invalidante non sempre è facile, poiché la sintomatologia è spesso riconducibile anche ad altri disturbi.
Ancora oggi non sono stati creati dei test diagnostici capaci di affermare in modo certo il disturbo causato dalla sindrome fibromialgica. Il medico può accertare la presenza di questa malattia ricorrendo a molteplici informazioni sul paziente.
La storia clinica familiare e dell’individuo è un aspetto molto importante, la sintomatologia raccontata dal degente, il controllo dei tender points (almeno 11 sui 18 specifici) e l’esame fisico completo sono valutabili ai fini di una corretta diagnosi. Questa si basa fondamentalmente sul racconto del paziente riguardo la percezione dolorosa molto diffusa.
La presenza dei punti sensibili conferma l’ipotesi di fibromialgia. Gli esami ematici o strumentali sono necessari per il medico specialista al fine di escludere la presenza di altre patologie. La concomitante diagnosi di malattie come il lupus eritematoso sistemico o l’artrite reumatoide non escludono necessariamente la presenza anche di fibromialgia.
Se la sintomatologia dolorosa permane per un periodo di almeno 3 mesi quasi sicuramente si può diagnosticare la fibromialgia. Per diagnosticare questa malattia è opportuno eseguire esami ematici completi, anche se al solo scopo di controllare la situazione autoimmune dell’individuo e l’eventuale presenza di altre malattie.
I sintomi più comuni nella fibromialgia
Il caratteristico sintomo della fibromialgia è il dolore di tipo muscolare, il quale può essere percepito come rigidità, tensione muscolare o addirittura sensazione di bruciore. I pazienti affetti da questa malattia affermano di soffrire molto e di non riuscire a svolgere tutte le commissioni quotidiane, nonostante in passato non riscontravano alcuna difficoltà.
La maggior parte dei pazienti afferma di percepire eccessiva debolezza, un’insolita stanchezza e risvegli durante la notte.
Una caratterizzazione del dolore riguarda la percezione intensa qualora si eserciti pressione nei diciotto tender points specifici. Altri sintomi percepiti dal paziente sono rigidità al risveglio la mattina, frequenti mal di testa, parestesie, astenia, disturbi legati alla sindrome sicca, sindrome dell’intestino irritabile, intensi dolori mestruali e sindrome di Raynaud.
Il quadro clinico della fibromialgia è complesso e gli individui che ne sono affetti subiscono una riduzione notevole in termini di resistenza fisica, pertanto può essere classificata come invalidante.
Come trattare un paziente affetto da fibromialgia
Nonostante non esista un trattamento specifico per la fibromialgia, i pazienti possono assumere una cura farmacologica consigliata dal medico specialista e associarla a un approccio psicologico. La psicologia svolge un ruolo importante in quanto riesce ad alleviare la tensione psico-fisica.
Per alleviare il dolore il medico può prescrivere farmaci antiepilettici, antidepressivi e analgesici. Sebbene gli individui affetti da sindrome fibromialgica sembrino in buona salute le loro sofferenze sono reali.
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Fibromialgia finalmente buone notizie di Andrea Grieco
- Grieco, Andrea (Autore)