Quella della caviglia, purtroppo, è una delle articolazioni più soggetta ad artrosi, ovvero a quella patologia degenerativa che porta progressivamente alla distruzione della cartilagine. Ciò è dovuto al fatto che, nonostante sia un’articolazione molto stabile in quanto deve sostenere il peso del corpo, può essere alterata facilmente da traumi nel corso della vita.
Infatti la maggior parte dei casi di artrosi alla caviglia è dovuta a cause post traumatiche come fratture, lussazioni o distorsioni che, anche se curate perfettamente, portano poi allo sviluppo di tale patologia che, a differenza di altre, ha un’alta incidenza anche nei giovani.
Quali sintomi indicano la presenza di artrosi alla caviglia
I sintomi dell’artrosi alla caviglia iniziano con leggeri dolori localizzati che sono generalmente più frequenti la mattina appena alzati e tendono poi a diminuire via via che si fa movimento. Con il tempo, però, i dolori aumentano fino a farsi sentire anche quando si è a riposo, camminando e facendo carico sulla caviglia.
Se l’artrosi progredisce la parte può apparire anche gonfia e possono cominciare anche a diventare difficoltosi i movimenti più comuni; il dolore si diffonde anche ad altre articolazioni e la qualità della vita è destinata a peggiorare perché diventa difficile svolgere le più comuni attività. Inoltre spesso, essendo questa patologia il più delle volte causata da traumi non è raro che sia presente una deformità che complica il quadro clinico.
Come viene effettuata la diagnosi
Quindi, se si accusano dolori che potrebbero far pensare ad un inizio di artrosi è opportuno farsi visitare per trovare la giusta cura ed evitare che la situazione possa peggiorare diventando invalidante. Rivolgendosi ad uno specialista, la prima cosa che si dovrà fare dopo la visita è una radiografia, che già da sola è in grado di evidenziare i segnali tipici di un’artrosi alla caviglia.
Quali sono i rimedi per l’artrosi alla caviglia
Prodotti per alleviare il dolore
Le terapie farmacologiche più adatte
Non esistono farmaci in grado di curare l’artrosi alla caviglia. Generalmente gli specialisti possono consigliare l’assunzione saltuaria di antinfiammatori non steroidei (FANS) quando il dolore diventa troppo forte, ma essi non possono essere assunti con regolarità in quanto possono dare effetti collaterali a livello gastrico. Anche morfina ed oppiacei sono da sconsigliare vivamente per la possibilità di assuefazione. Quindi i farmaci non rappresentano la soluzione definitiva a questo tipo di patologia.
Terapie chirurgiche per l’artrosi alla caviglia
Attualmente la soluzione definitiva a gravi forme di artrosi alla caviglia è rappresentata dalla chirurgia che prevede la completa sostituzione dell’articolazione con una protesi di ultima generazione. In questo campo sono stati fatti grandi progressi sia per ciò che riguarda i materiali usati sia per i design che riescono a riprodurre perfettamente i movimenti dell’articolazione e possono essere posizionate anche nei casi in cui l’osso a disposizione per l’impianto è molto ridotto.
Come accennato in precedenza, infatti, rispetto all’artrosi al ginocchio o all’anca, quella alla caviglia colpisce anche soggetti più giovani, che hanno maggiori esigenze di recuperare la mobilità e la funzionalità totale e la protesi è l’unica soluzione possibile in grado di far raggiungere questo obiettivo.
Naturalmente sarà lo specialista a stabilire, dopo una visita approfondita, se questa soluzione può essere applicata al caso specifico in quanto esistono patologie concomitanti che ne possono compromettere la riuscita.
Dopo l’intervento è necessaria un’immobilizzazione della caviglia tramite gesso per circa 6 settimane alla quale seguirà una rieducazione al passo. L’autosufficienza si ha intorno ai due mesi dopo l’intervento mentre ci vorranno 6-8 mesi per avere la totale funzionalità per compiere ogni tipo di movimento
Infiltrazioni di acido ialuronico
L’acido ialuronico è un componente naturale del liquido sinoviale la cui funzione è quella di lubrificare ed attutire i movimenti delle articolazioni oltre che proteggere la cartilagine.
Per questo motivo da molti anni ormai si è diffusa la pratica di utilizzare infiltrazioni di acido ialuronico per ridurre le infiammazioni, andare a ristabilire la strato superficiale della cartilagine e migliorare la mobilità dell’articolazione anche grazie ad un’attenuazione del dolore. L’efficacia delle infiltrazioni dura dai 6 ai 12 mesi dopo il termine del ciclo.
Si tratta di un trattamento sicuro ed efficace che, tuttavia, prevede una valutazione iniziale per stabilire la presenza di alcune condizioni che potrebbero favorire una migliore riuscita di questa tecnica.
Molti studi a riguardo, infatti, hanno dimostrato come un’artrosi alla caviglia allo stato iniziale sia un fattore importante per ottenere ottimi risultati ed una completa soddisfazione del paziente. Le infiltrazioni con acido ialuronico hanno un’azione positiva nel ridurre il dolore sia nel breve che nel lungo termine soprattutto antro i 12 mesi dal manifestarsi della patologia.
Esercizi per contrastare il dolore alla caviglia
Purtroppo non si può guarire dall’artrosi alla caviglia, ma alcuni esercizi possono aiutare a ridurre i fastidi ed il dolore soprattutto se sono fatti non appena si avverte il dolore ed in modo costante, ogni giorno. Per ogni dubbio, comunque, è sempre opportuno consultare il proprio medico di fiducia.
Uno dei luoghi adatti per eseguire alcuni semplici esercizi in grado di far conservare la mobilità è la piscina in quanto la presenza dell’acqua evita di caricare sull’articolazione tutto il peso del corpo. Immersi fino alla vita, si fa un passo avanti con la gamba sinistra mentre la destra si piega, le braccia vanno indietro e si contraggono gli addominali. Si torna al punto di partenza e si cambia gamba. Si possono fare 15- 20 ripetizioni alternando una passeggiata in acqua.
A casa: si prende una sedia, appoggiando le mani allo schienale con le gambe appena divaricate. Si piegano le ginocchia, abbassando i glutei fin dove si riesce e poggiando il peso sulle caviglie, poi si torna indietro e si ripete per 3 volte con cicli da 10.
Stando in piedi, con le mani sui fianchi, si solleva il piede destro restando in equilibrio sulla gamba sinistra e si sposta leggermente il bacino in avanti, rimanendo ben fermi. Si torna alla posizione iniziale e si cambia gamba. Qualora fosse troppo faticoso è possibile appoggiare la mano al muro.
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